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- Jardin des Plantes Nantes | terrimago
FRANCIA Uno specchio d'acqua all'ombra di un Cercidiphyllum del Giappone Jardin Des Plantes di nantes Una Storia di Semi e Naviganti Fotografie e testo Cristina Archinto L a storia di Francia, è noto, abbonda di naviganti e colonie ma non tutti sanno che fin dall'inizio l'attenzione che fu data alla botanica è stata quasi al pari di quella inglesi. Nel cuore della regione della Loira, a Nantes, non lontano dalla stazione, c’è un giardino, anzi per essere più precisi un Jardin des Plantes, veramente degno di nota, non solo perché tenuto molto bene, anche in questi tempi di siccità e temperature decisamente elevate, ma perché la sua storia, legata da sempre agli esploratori francesi, ha portato fino a oggi da tutto il mondo esemplari botanici veramente notevoli. Il fiume Loira La sua storia ha radici lontane; è il 1688 quando un gruppo di farmacisti locali decide di creare, più per diletto che altro, un piccolo “giardino degli speziali” (Jardin des Apothicaires ). Ma è solo con l’arrivo di Pierre Chirac, medico e sovrintendente dei giardini reale delle piante medicinali, che il giardino si sviluppa diventando ufficialmente un “giardino reale delle piante”. Questo è dovuto, sia per la sua collocazione geografica, Nantes si trova sulla Loira, fiume navigabile fino a Parigi e luogo ideale per l’acclimatamento delle nuove piante, ma soprattutto per quello che il medico riesce ad ottenere sfruttando la sua posizione sociale: un’ordinanza reale, datata 1726 da Luigi XV, che imponeva “a tutti i capitani delle navi di Nantes di riportare semi e piante dalle colonie di paesi esteri e consegnarli al Jardin des Plantes di Nantes”, da quel momento Chirac viene rifornito di una ragguardevole quantità di “materia prima” e il giardino inizia la sua forte crescita. Collezioni di annuali Ma la sua storia è lunga ed ha altri protagonisti come Jean Alexandre Hectot che nel 1806 diventa direttore del giardino ricollocato nell’attuale sede e si devono a lui le grandi collezioni tra cui quella delle magnolie. Poi ci fu Antoine Noisette, noto paesaggista dell’epoca, a cui nel 1822 gli viene chiesto una riqualificazione del giardino per l’apertura al pubblico ma, avendo lui creato parallelamente un’attività commerciale di piante, il giardiniere col tempo si concentra più sulle vendite che sul far crescere il giardino e nel 1835 viene allontanato. In seguito, a riportare il giardino da vivaio personale a orto botanico di Nantes, arriva Jean-Marie Écorchard che, grazie anche ai continui contributi dei naviganti che non hanno perso l’abitudine di fornire nuove piante, da citare il capitano Mathurin Jean che riporta migliaia di semi e piante da posti come la Martinica e l’India, lo porta al suo degno splendore. A lui si devono anche la costruzione della prima serra nel 1844 e lo stile a “parco all’inglese” ancora presente, con laghetti e viali alberati, e la definitiva apertura al pubblico del 1865. L’ultimo protagonista della storia del giardino è Paul Marmy che diventa direttore, nel 1893, di un orto che purtroppo nel frattempo è andato in rovina sia per colpa della “grande gelata” dell’inverno del 1879 che uccise ben 245 alberi e 600 arbusti, sia per la mancanza di fondi da parte del comune. A lui si devono la riorganizzazione delle collezioni botaniche e la realizzazione del “palmarium” una bellissima serra delle palme e piante esotiche tutt’ora ben conservata. Una delle quattro serre Il giardino oggi si estende su più di sette ettari con diverse serre, calde, fredde e un aranceto. La serra “Palmarium” è utilizzata anche come laboratorio di ecologia tropicale e ospita liane e piante epifite (piante aeree). Nel parco, ancora in stile inglese, si può godere di specchi d’acqua, fontane, ponticelli, isolette e l’immancabile padiglione. In un ambito più botanico gli alberi monumentali, visto la sua lunga storia, non mancano. Oltre alla magnolia grandiflora detta “di Hector”, ci sono Magnolia ferruginea dei Platanus acerifolia , dei Liriodendron tulipifera dei Aesculus hippocastanum , delle Sequoiadendron giganteum , Sequoia sempervirens, Metasequoia glyptostroboides , Wollemia nobilis, Cercidiphyllum del Japon e Taxodium distichum tutti intorno ai cento cinquant’anni , inoltre ci sono parecchi arbusti e piante perenni particolari, da citare la Angelica heterocarpa , in totale all’incirca 10.000 specie diverse, che arrivano per merito della sua storia, da tutto il mondo. Un'opera di Jean Julien Dall’estate del 2020 all’interno del giardino si possono incontrare le opere di Jean Julien, artista locale , laureato alla St. Martin di Londra. Sono personaggi divertenti, quasi in bi-dimensione, che si trovano in giro per il parco, tra i vialetti, sui prati, attorno agli alberi, realizzate appositamente per il Jardin des Plantes di Nantes. La serra delle cactacee La cultura botanica francese ha radici lontane e legate e come abbiamo ancora constatato, a una storia di naviganti e di colonie, ma bisogna dirlo, l’abitudine di avere dei luoghi simili fruibili a tutti, cani compresi, gratuitamente, è un segno di civiltà. Per i francesi è una prerogativa coltivare la cultura botanica, e così dovrebbe diventare anche da noi. Per loro leggere all’ombra di un albero di cui puoi anche imparare il suo nome o avere la possibilità di aspettare qualcuno godendoti di una serra di inizio secolo pieno di piante esotiche, o poter fare un picnic respirando il profumo di fiori esemplari, magari, come in questo caso, circondati anche da opere d’arte che mettono sicuramente di buon umore è fondamentale. Ricordiamoci che solo diffondendo la cultura del verde si incomincerà ad ottenere il rispetto che merita. GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Altri giardini botanici e vivai Orto botanico di Berlino Orto botanico di Madrid Orto botanico di Amsterdam Orto botanico di Napoli Orto Botanico di Zurigo e la Serra Malgascia Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra
- Contatti | Terrimago
Chi siamo Terrimago è una struttura che si avvale di diverse collaborazioni, professionisti e appassionati di territori e giardini, per i singoli progetti o per i servizi on line. Tutti servizi fotografici di Terrimago.com sono di Cristina Archinto . Collaborano Carla De Agostini, Patrizia Staffico, Alessandra Valentinelli, Paco San , Stefania Bellingardi Beale, Greta Arancia Sanna, Alessandra Boraso, Alessia Cervia On line è possibile acquistare le pubblicazioni realizzate da Terrimago. ordine on line Contatti e Acquisti on line Compila il modulo qua sotto per contattarci o per l'acquisto del libro che sosterrà Terrimago e il suo progetto di valorizzare e diffondere la cultura e la conoscenza dei giardini, degli orti botanici e dei parchi del mondo. Il costo dei volume acquistato on line è di 24€ cad + 6 euro di spedizione in Italia. Con l'acquisto di almeno 3 copie la spedizione è gratuita. Per il pagamento si richiede un bonifico bancario, i dati vi verranno inviati una volta ricevuto il modulo d'ordine. Accetto termini e condizioni INVIO I tuoi dati sono stati inviati con successo!
- Orto Botanico di Amsterdam | terrimago
OLANDA ORTO BOTANICO DI AMSTERDAM Da Ortus Medicus a Ortus Botanicus Fotografie Cristina Archinto Testo Carla De Agostini C orreva l’anno 1638 quando la peste si abbatté su Amsterdam e le piante medicinali rappresentavano l’unico modo che si conosceva per curarla e prevenirla. Fu proprio per questo motivo che in quello stesso anno venne alla luce l ’Hortus Medicus , luogo di formazione dove medici e farmacisti si incontravano per imparare e condividere le conoscenze botaniche e mediche, arricchendone sempre di più la collezione di piante officinali. Il primo che catalogò l'intera collezione fu, nel 1646, l'allora direttore Johannes Snippendaal: gli servì un intero anno per contare le 796 specie di piante, e scrivere il catalogo, ma grazie a questo duro lavoro Carl Nilsson Linneo nel 1753 riuscì a scrivere la sua opera fondamentale Species Plantarum . Nel 1682 intanto, grazie ai contatti commerciali della Compagnia delle Indie Orientali e all’aiuto dei collezionisti dei Paesi Bassi, l’Orto acquisì moltissime specie non solo medicinali, ma anche da serra ed ornamentali, che trasformarono il vecchio Hortus da Medicus a Botanicus, nuovo centro di intensa attività di ricerca e di commercio. Sempre in questo periodo, vennero incaricati di documentare la nuova raccolta gli illustratori botanici Jan e Maria Moninckx, che realizzarono l’Atlante di Moninckx: non il solito erbario con piante essiccate, ma un catalogo contenete le riproduzioni grafiche delle piante più recenti ed esotiche. L'incarico, che si concluse nel 1749, richiese la produzione di ben nove volumi, e coinvolse nella bottega di Jan e Maria altre esperte acquarelliste. Vi collaborarono infatti Johanna H. Herolt, figlia di Sibylla Merian, e Alida Withoos, figlia di Mathias Withoos, il pittore di nature morte maestro di Gaspar Van Wittel. Tutt’ora l'Atlante Moninckx è considerato la principale testimonianza dello straordinario contributo delle donne alla nascita del disegno scientifico. Oggi, l’Orto Botanico si estende poco più di un ettaro ma vanta una ricchezza vegetale enorme: sono presenti circa 4.000 specie, tra quelle coltivate all’esterno e quelle ospitate nelle sue sette serre, appena sopra al 1% della diversità vegetale mondiale ed è un luogo ricco di storia, dove si intrecciano vicende moderne di emancipazione e studi all’avanguardia per l’attenzione sia al passato che al presente. Ne è un esempio il giardino attraversato da sentieri circolari che col tempo, esattamente nel 1863, riorganizzato in Giardino Sistemico. La forma a semicerchio rappresenta infatti la classificazione sistematica delle piante: le specie che sono strettamente imparentate si trovano a crescere l'una vicino all'altra, mentre quelle che hanno poco in comune sono coltivate lontano. Attualmente sono classificate secondo l’Angiosperma Phylogeny Group (APG), tra le tecnologie più avanzate della “sistemica molecolare”, basata sulle analogie del materiale genetico. Qui, se l’estate è un tripudio di fioriture, l’inverno lascia emergere le linee simmetriche delle siepi di bosso. Un vero e proprio capolavoro di architettura moderna è la Serra dei Tre Climi, progettata nel 1993 da Zwarts & Jansma Architects che riunisce tre diverse ambienti climatici: i subtropici, il deserto e i tropici. Una passerella sospesa consente ai visitatori di passare da una zona e l’altra, ognuna con la propria temperatura, umidità e circolazione dell’aria. Chi vi passeggia gode la vista sull’intreccio di liane e foglie, osserva da vicino la chioma degli alberi mentre intravede il cielo dal tetto di vetro, attraversando la macchia secca, la giungla e il deserto. Nella prima si imbatte in gerani, agapanti e gerbere, poi giunge al clima umido subtropicale dove la protagonista è l’abbondanza di acqua, e infine alla sezione desertica, dove spiccano cactus e maestose succulente provenienti da deserti lontanissimi tra loro. Invece nella Serra delle Palme si può ammirare, accanto agli esemplari di palme giganti, la famosa cyca Encephalartos altensteinii di 350 anni, acquistata nel 1850 da Guglielmo III. L’Hortus vanta la presenza di 60 specie diverse di cicadi, protette e tutelate anche grazie alla collaborazione con altri Orti, attraverso lo scambio di polline, semi o piante giovani. Centinaia di farfalle tropicali infine colorano la piccola Serra delle Farfalle, svolazzando su una interessante collezione di piante tropicali legate al commercio con le Americhe, come il caffè, il tè o il cioccolato. L’Orto è inoltre specializzato nelle famiglie di piante sudafricane, australiane e carnivore. L’Hortus Botanicus di Amsterdam, con le sue vicende e le sue collezioni, è ormai un patrimonio storico, erboristico e scientifico riconosciuto internazionalmente, ma è anche piacevole tappa in cui perdersi durante una gita nella città olandese per eccellenza. GALLERY ! Widget Didn’t Load Check your internet and refresh this page. If that doesn’t work, contact us. Info: Sito ufficiale Foto ©CRISTINA ARCHINTO IN EVIDENZA Illustrazioni di Maria Moninckx e Maria Sibylla Merian ILLUSTRAZIONI BOTANICA AL FEMMINILE: L'ATLANTE MONINCKX L’Atlante Moninckx è una raccolta di immagini botaniche, contenente le riproduzioni ad acquerello e guazzo su pergamena, di 425 piante esotiche provenienti dall’Asia, dal Sudafrica e dal Sud America, messe a dimora nell’Orto Botanico di Amsterdam. Questa collezione, suddivisa in nove libri, prende il nome dai due artisti che maggiormente hanno contribuito a realizzarlo: Jan e Maria Moninckx. Maria Moninckx nasce a L’Aia intorno al 1673, ed è figlia di un importante pittore, Johannes Moninckx, e di Ariaentje Pieters, anche lei artista. Rinomata nel settore come pittrice floreale, per l’Atlante esegue ben 101 illustrazioni. L'affiancano, oltre a Jan Moninckx, altre due donne Johanna Herolt-Graff, figlia di Maria Sibylla Merian i cui libri sono considerati ancora oggi capolavori di pittura e precursori della moderna entomologia, e Alida Withoos. Entrambe illustratrici botaniche del tempo, fanno parte di una disciplina sottovalutata in campo artistico ma di estrema importanza nel mondo scientifico, quale ausilio per la classificazione e lo studio della morfologia delle piante, poiché diversamente dagli erbari fornisce una rappresentazione sia della forma che dei dettagli delle varie specie. In questo caso, le illustratrici botaniche studiano da vicino non solo piante e fiori ma la vita stessa degli insetti, spesso conseguendo importanti, quanto ignorati, risultati scientifici. Per esempio, Maria Sibylla Merian tra il 1679 e il 1683 stampa La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori , un’opera dove illustra oltre 176 specie animali, dai bachi da seta alle farfalle, in ogni loro stadio di sviluppo con altrettante specie di fiori e piante di cui si ciba l’animale, ccanto a ogni tavola riporta infatti i dati circa i tempi di metamorfosi, di nutrizione e di ciclo di vita di ognuno. Proprio per tale precisione Merian è oggi considerata la prima entomologa della storia della scienza, un riconoscimento che le verrà dato solo nel Novecento, dopo secoli nell’ombra, rinomata nei soli circoli esperti del settore. Queste illustrazioni rappresentano dunque non solo uno strumento essenziale per la studio, ma anche di emancipazione dal pregiudizio secondo cui la scienza, e quindi la botanica, era, e spesso ancora è, appannaggio solo maschile. Altri giardini botanici e vivai Orto botanico di Napoli Orto Botanico di Zurigo e la Serra Malgascia Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra Centro Botanico Moutan Orto Botanico di Palermo Roseto di Roma
- Bercy | terrimago
PARIGI Parco di Bercy di CARLA DE AGOSTINI Uno dei luoghi più suggestivi e inaspettati di Parigi è sicuramente il Parco di Bercy, la cui trama di sentieri, rotaie e riflessi d’acqua non può che affascinare. Con i suoi 13,5 ettari, nel 12° arrondissement, Bercy stupisce i passanti con indizi che raccontano un luogo di contrasti. Anche se creato tra il 1993-1997 conserva ancora molto del suo passato: il vigneto, i cordoli e le rotaie testimoniano il vissuto industriale del sito luogo. Il progetto di gusto contemporaneo degli architetti B. Huet, M. Ferrand, J. Feugas, B. Leroy, incornicia un giardino di impianto ottocentesco, curato dai paesaggisti I. Le Caisne e P. Raguin. L’area su cui sorge il Parco ha subito molteplici trasformazioni, occupata da boschi cedui sino al XIII secolo, divenne dal ‘600 fino alla Rivoluzione, un luogo di villeggiatura lungo il fiume; durante il processo di industrializzazione della città il luogo divenne uno dei magazzini di vino più importanti di Parigi: la cellier du monde , cantina del mondo, fuori dai confini daziari ma in posizione strategica per la rotta commerciale, via Senna, con la Borgogna. Il Parco alterna laghetti ed opere architettoniche, aree verdi e boschive di cui tre zone ben distinte: les Parterres , al centro, composte da una scacchiera di nove giardini a tema, in omaggio alla biodiversità, dove diversi atelier ospitano frequenti eventi dedicati alla botanica curati da cittadini o da professionisti del settore; la Grande Prairie , a ovest, costituita da tappeti d’erba attraversati da viali e punteggiati da alberi e gazebo, dove spesso gruppi di ragazzi che godono della bellezza del posto. E infine, il Jardin Romantique , ad est, in cui si possono ammirare querce, betulle, ciliegi, arbusti di ogni tipo, e soprattutto i giochi d’acqua del laghetto delimitato da canneti e ninfee dove si incontrano anatre e aironi. Quest’ultima parte del Parco è molto ricca ed elaborata: l’amphithéâtre , l’anfiteatro, ricorda l’antico villaggio di Bercy, il Pavillon du Lac , esattamente al centro dello stagno, è sede di mostre ed esposizioni temporanee, nonché dell’Agence Parisienne du Climat de Paris , incaricata della transizione energetica della città. E ancora la rampa elicoidale che porta alla Bélvèdere è il punto di osservazione più alto da cui si possono ammirare uno splendido panorama e la Bibliothèque Nationale de France , altrimenti raggiungibile dalla passerella Simone de Beauvoir. Con i suoi duecento alberi centenari, per lo più platani, ippocastani e betulle, il Jardin Romantique ha un particolare fascino bucolico, arricchito da oltre milleduecento nuove specie arbustive e di fiori. Tra salici e querce maestose è una meta molto amata dai parigini che qua si concedono interessanti letture e piacevoli passeggiate, immersi in un piccolo paradiso naturale, protetti dal frastuono e dalla frenesia appena lì fuori della grande Parigi. GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Info Sito ufficiale In evidenza Graminacee - Dryopteris filix-mas La famiglia delle Graminacee è molto vasta e comprende piante perenni e annuali, erbacee e sempreverdi, come anche i cereali ad uso alimentare, per un totale di quasi 8000 specie. Sono erbacee, ovvero non hanno né rami né fusto legnoso, e ultimamente fanno spesso la parte del leone nei giardini di tutti i tipi per la loro eleganza, la loro varietà e perché tollerano le più svariate condizioni climatiche non avendo bisogno di molta acqua ed essendo resistenti al gelo. Demetra nella mitologia è la dea del grano e dell'agricoltura, rende la terra fertile ed è artefice del ciclo delle stagioni e viene spesso rappresentata con una corona, un fascio di graminacee o di grano e una torcia. Altri GIARDINI e PARCHI Parco del Paterno del Toscano Villa Lante Labirinto della Masone Villa d'Este Giardino di Kenroku-en Giardino dell'impossibile Giardino di Ninfa Villa Pizzo
- Terrimago edition
Terrimago edition LIBRI Per mettere in risalto i differenti aspetti dell’universo botanico ed esaltare le caratteristiche più tipiche dei contesti naturali, Terrimago edition realizza libri fotografici curati in ogni dettaglio, anche tradotti in più lingua e valorizzati dal lavoro di esperti tipografi. Si occupa di distribuire i volumi in librerie specializzate e di organizzare presentazioni dei libri durante eventi di settore. Inoltre Terrimago edition realizza pubblicazioni in coproduzione. Partendo da titoli e temi particolarmente interessanti, propone collaborazioni ad affascinanti strutture e realtà botaniche, scelte specificamente per le loro qualità, per realizzare dei volumi cartacei. Terrimago edition si occupa di tutte le fasi necessarie per la realizzazione completa di un libro fotografico, non solo per quanto riguarda la particolare attenzione e cura riservata ai servizi fotografici ma anche durante le fasi di stampa e di distribuzione dei volumi. Il lavoro di valorizzazione è essenziale per far crescere la propria realtà al di fuori dei suoi confini naturali ed è con questo obiettivo che Terrimago edition realizza prodotti editoriali in coproduzioni. Queste sono un’opportunità uniche per permettere ad ognuno di promuovere la propria realtà botanica in maniera più vantaggiosa possibile. Ultimi libri in vendita di Terrimago edition
- MAX10SCATTI | terrimago
FOTOGRAFARE PAESAGGI IN MAX 10 SCATTI Oggigiorno si ha la possibilità di fare mille foto al prezzo di una e così per paura di perdere anche un solo un dettaglio ci ritroviamo sommersida troppi pixel che messi insieme non rispecchiano più il fulcro del nostro racconto. Max 10 scatti vuole suggerire che, se le fotografie sono pertinenti e con un forte connotato soggettivo, bastano anche 10 scatti per un buon racconto fotografico. WILTSHIRE - Inghilterra PAESAGGI INGLESE "Tutti sanno essere buoni in campagna” sosteneva Oscar Wilde, e in fondo aveva ragione. Soprattutto se si tratta della campagna inglese o, per meglio dire, del countryside. Il verde, anzi il complesso dei verdi, le staccionate, le pecore, i filari di alberi, le case solitarie, i campi coi boschetti e i piccoli corsi d’acqua, sono un esauribile fonte di vero piacere naturale. Per dare profondità a un paesaggio piatto è utile avere uno o più punti di fuga, magari con l'aiuto di una staccionata o sentiero campge inglesi GROSSETO - Toscana COLLINE TOSCANE Quando si passeggiare per le colline grossetane si ha sempre l'impressione di essere osservati dalle maestose querce che tra un campo di olivi, uno di pascolo o di vigneti, si stagliano nel cielo azzurro. Sono delle meravigliose sentinelle nelle dolci colline toscane. Per raccontare bene gli alberi è importante avere uno sfondo neutro come ad esempio il cielo colline toscane CORNIGLIA/VERNAZZE - Liguria PASSEGGIATA ALLE CINQUE TERRE Le passeggiate nei sentieri tra un borgo e l'altro nelle Cinque Terre sono una successione di alti e bassi, di oliveti, prati fioriti, di muretti a secco, di sentieri a strapiombo e di affacci mozzafiato su tutta la costa. “D’un teatro il cui proscenio s’apre sul vuoto, sulla striscia di mare alta contro il cielo attraversato dai venti e dalle nuvole”, così descriveva le Cinque Terre Italo Calvino. Per racconatre un paesaggio bisogna imparare a gurdare da più punti di vista, magari anche dietro Cinqu terre ASSISI-Umbria IL BOSCO DI SAN FRANCESCO Ad Assisi, tra il silenzio e la bellezza di boschi, rami in fiore, radure e oliveti, sorge il Bosco di San Francesco. Un luogo suggestivo di pellegrinaggio ma anche di riflessione sulla pacifica coesistenza tra uomo e natura, ispirato agli insegnamenti di armonia di San Francesco. Ed è proprio qui che Michelangelo Pistoletto ha creato “Terzo Paradiso”, un’opera di Land Art con alberi di olivo. “I due cerchi esterni" scrive Pistoletto "rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità”. Mantenere le stesse tonalità di colori in più fotografie è un elemneto collante in un servizio bosco disan francesco Lazio CALDARA DI MANZIANA Una piana lunare, con alcuni geyser di acqua sulfurea, che dolcemente si immerge in una conca circondata da affascinati betulle. La giornata era particolarmente solare, con una bella luce limpida e il bianco dei tronchi col marrone delle felci in riposo, facevano un intenso contrasto con il cielo di un azzurro pieno. Gli alberi del boschetto erano quasi tutti dritti come fusi, più o meno tutti della stessa dimensione, ogni tanto se ne poteva scorgere uno caduto che di colpo tagliava in due questo ritmo grafico come fosse uno di quei quadri astratti degli anni '60. Quando guardavi in alto le delicate chiome della betulle si scioglievano nel blu del cielo e rimanevano visibili solo i frutti a forma di coni penduli e magari alcune sporadiche foglioline rimaste lì solitarie. Sul fondo della conca scorreva questo fiume dal colore indescrivibile che andava dal blu, al rosso per finire al bianco, dove i bianchi tronchi creavano dei riflessi morbidi come fossero stati dipinti su una tela. Sapere che le betulle normalmente non si trovano assolutamente a questa latitudine dava anche di più questo paesaggio una spolverata di magico oltre che di unico. Vedere la natura in modo astratto Caldara ROMA-Lazio ROSETO Alcuni scatti realizzati al roseto di Roma Il Roseto ospita circa 1.100 varietà di rose botaniche, antiche e moderne provenienti da tutto il mondo. Gli esemplari coltivati provengono un po' da tutto il mondo: dall'Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe. Sfuocare lo sfondo, aprendo molto l'obbiettivo e automaticamente aumentando molto il tempo, fa risalta molto i fiori Roseto TORINO-Piemonte PARCO DEL VALENTINO Il parco del Valentino si sviluppa lungo le sponde del fiume Po ed ha una grande varietà di alberi. In autunno i colori sono notevoli soprattutto alle prime luci della giornata, quando il sole è di taglio e si infila ne gli alberi, o si adagia sulle chiome degli alberi. Scattare contro sole usando elementi naturali per filtrare la luce parco del vlentino
- Curriculum Cristina Archinto | terrimago
Biografia Cristina Archinto nasce a Milano. Agli inizi della sua carriera si dedica alla grafica editoriale lavorando per diverse riviste, una passione che nel tempo porterà sempre avanti. Nel 1989 va a vivere a New York e studia fotografia alla Parson School. Una volta rientrata in Italia si concentra sulla fotografia d’architettura; il suo trascorso di grafica l’aiuta nell’equilibrio e nei pesi delle inquadrature. Nel 1999 nasce sua figlia Greta, questo evento le rallenta i ritmi di vita e la porta alla continua ricerca di spazi verdi. Stimolata e attirata fa di questi luoghi il suo nuovo punto focale portandola a concentrarsi sulle atmosfere di un parco, sul dettaglio di un fiore o su un vasto paesaggio. Nel 2002 si trasferisce con la famiglia a Roma per cercare nuovi scenari e una nuova luce. Lì sviluppa la professione di fotografa di giardini collaborando con molte riviste di settore, e pubblicando diversi libri. Allo stesso tempo inizia un percorso più artistico una ricerca sempre incentrata sulle emozioni che la natura ci trasmette esponendo le sue opere in diverse gallerie italiane. I suoi ultimi lavori sono concentrati sul movimento cogliendo luci e restituendo materie e trasparenze nell'equilibrio delle forme e nell'eleganza dei colori. Nel giugno del 2017 ha fondato Terrimago.com una rivista on line sul territorio e sui giardini. https://www.cristinaarchinto.com/ Libri pubblicati 2002 - WILLIAM SHAKESPEARE - PENSIERI PER UN ANNO (Lettere edizioni) “Fotografie poetiche, sensibili e diverse che ritraggono piante e paesaggi accompagnano brani scelti tratti dall’opera shakespeariana scandendo un calendario molto particolare di giorni che passano, ma anche il nostro tempo interiore, i temi della vita, della morte, delle passioni umane” 2004 - VILLA BORGHESE - IL SILENZIO DEL PARCO (Skira) “80 suggestive immagini che raccontano il parco di Villa Borgese; un racconto che si snoda tra I viali, i giochi d’acqua, le statue, i fiori, le piante, e gli angoli più sconosciuti del “più bel giardino di Roma”. “Le bellissime immagini di Cristina Archinto colgono le atmosfere incantate, gli angoli più suggestivi e il silenzio più prezioso parco quando si trasforma in un rifugio per molti.” 2006 - IL GIARDINO CHE VORREI (Electa) “Attraverso immagini uniche capaci di rendere la grazia più timida anche alle piante più umili Cristina Archinto ci accompagna in giro per varie tipologie di giardini e paesaggi.” Una fotografa, capace di cogliere il fascino sia di un paesaggio quotidiano e accessibile a tutti e sia di certe tessiture colte nel loro momento di grazia, e che ci insegna a “vederci” intorno e a come in fondo basti poco per “fare e coltivare”un bel giardino. Un libro che ci sussurra che la bellezza della natura si nasconda ovunque, anche dove meno ce l’aspettiamo” 2008- ROMA E I SUOI LUOGHI D’ACQUA (Babalibri) Guida fotografica di Roma per giovani viaggiatori 2013 - GUARDA! APPUNTI DA UN FINESTRINO (Canneto editore) Un libro incentrato sui paesaggi italiani realizzato da un treno ad alta velocità 2020 - Orti Botanici d'Europa Un viaggio tra storia scienza e cultura (Terrimago edition) link
- Retrospectrum
Retrospectrum Bob Dylan La mostra traccia il percorso di vita di Dylan nella creazione di arte visiva attraverso viaggi e geografie, sia interiori che fisiche. Bob Dylan, figura iconica il cui talento e lavoro spaziano tra mezzi e discipline, ha portato avanti per molti decenni una pratica di arte visiva: Retrospectrum è la prima mostra monografica europea che ne esplora l’ampia opera. La natura multiforme di Dylan è raccontata attraverso un’ampia gamma di opere d’arte, che vanno dai dipinti a olio, agli acrilici, agli acquerelli, ai disegni a inchiostro, pastello e carboncino, fino a una serie di sculture in ferro Leggi tutto Attraverso otto sezioni tematiche – Early Works, The Beaten Path, Mondo Scripto, Revisionist, Drawn Blank, New Orleans, Deep Focus e Ironworks – Retrospectrum offre la possibilità di ripercorrere l’esperienza vissuta da Dylan nel campo dell’arte visiva. Le opere selezionate per la mostra di Roma rappresentano un diario visivo che documenta la trasformazione delle fonti e degli stili che hanno ispirato e influenzato Dylan nel corso degli anni. Attraverso nuovi e continui incontri con ambienti e persone in continua evoluzione, il suo lavoro si evolve costantemente in modi entusiasmanti, riflettendo la sensibilità di una voce autenticamente artistica. in testata: foto © Ken Regan MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo Roma, RM, Italia 16 dicembre 2022 / 30 aprile 2023 LINK
- Orto Botanico di Dublino | terrimago
DUBLINO Begonia nella Curvilinear Glasshouse ORTO BOTANICO DI DUBLINO Donne irlandesi alla conquista della botanica Fotografie Cristina Archinto Testo Alessandra Valentinelli L 'Irlanda è tra i paesi europei più poveri di flora. Secoli di pascolo e attività agricole hanno inoltre depauperato e alla fine ostacolato la crescita delle foreste. Eppure quel verde squillante che tanto incanta è il riflesso di una biodiversità alquanto articolata. Zona delle Graminacee con infondo La Great Palm House È insospettabile la ricchezza di un semplice prato: fiori, erbe, felci, licheni. Può apparire meno avvincente di una giungla o di una spedizione nei mari del Sud, ma forse è proprio questa dimensione “domestica” a permettere alle donne irlandesi la conquista, prima che altrove, di un ruolo di rilievo nel pantheon degli studi botanici. Lo è per Ellen Hutchins che a fine '700 girando la contea di Cork, classifica centinaia di muschi ancora sconosciuti, per Anne Elizabeth Ball che a metà '800 è fra i più stimati esperti di alghe , o per Katharine Sophia Kane che nel 1833 pubblica una pionieristica sistematizzazione della flora irlandese e sarà perciò la prima donna ammessa alla Società Botanica di Edimburgo. Il Giardino Roccioso e Praterie su roccia calcarea naturale nella zona delle Autoctone d'Irlanda Molte operano all'ombra dei più famosi colleghi maschi: si pensa che Lady Kane abbia scritto sotto pseudonimo mentre la Hutchins non si è mai spinta oltre i propri erbari. Ma quando l'attenzione degli accademici si sposta dalle specie esotiche alle endemiche, le loro ricerche si rivelano fondamentali per progredire nella conoscenza dell'ecologia locale, individuarne vulnerabilità e minacce; così un secolo dopo, la descrizione del legame fra licheni e periodo di emersione dalle maree è riconosciuta a Matilda Knowles , archivista ai Giardini dal 1903 al 1933, contributo essenziale alla comprensione degli ambienti costieri. Asteraceae nella zona Piante Annuali Per riannodare i fili di una memoria tanto intimamente intrecciata alle risorse della terra, Matthew Jebb, attuale direttore dell'Orto Botanico di Dublino, ha ricostituito interi habitat, trasportando dagli ambienti originari, sin le pietre e il terriccio. Unico esempio tra gli Orti d'Europa, mostrano l'evoluzione spontanea degli ecosistemi: il passaggio dalla palude di canneti al cariceto, quando le piante ad accrescimento più rapido accumulano su quelle morte una zolla abbastanza alta da fuoriuscire dall'acqua. Spiegano il lento maturare del paesaggio alberato, la millenaria formazione delle distese di torba, il ritrovamento di boschi fossili intrappolati sotto gli strati di muschio . Insegnano con la loro manifesta fragilità, che le piante appartengono a comunità biologiche, evidenziando l'importanza di siepi, stagni, corridoi e reti verdi per la tutela delle specie selvatiche. Ripristinano equilibri a rischio e fioriture in via di estinzione. Prefigurano il possibile futuro. Piante del Sud Africa nella Curvilinear Glasshouse Vero museo a cielo aperto, Dublino ha di recente promosso anche i restauri delle serre ottocentesche: simboli della peculiare fusione fra estetica e ingegneria delle architetture in ferro e vetro, sono il risultato di un progresso tecnico incalzante. La Curvilinear Glasshouse è terminata nel 1848. Il cantiere si è protratto per 5 anni, la ditta incaricata dei lavori è fallita; disegnata da Richard Turner, all'epoca progettista noto per l'Orto di Belfast, ormai attivo a Kew, conta circa 8.500 lastre, arrotondate ai bordi per sovrapporsi e far defluire la pioggia, sagomate su i 9 specifici raggi di curvatura del tetto, montate in 20 diverse combinazioni: risanata recuperando, anche da Kew, i vecchi decori in ferro battuto, assembla pezzi standard, vetri prodotti con soluzioni allora di avanguardia, ma l'insieme resta irripetibile. La Great Palm House, scherzosamente ribattezzata “Casa della Giungla”, è invece già figlia della prefabbricazione: inaugurata nel 1884 per sostituire la precedente, in legno, distrutta da un forte temporale, ha le parti in ghisa forgiate in serie in Scozia; si è così potuto smantellarne le componenti, rifonderne le ammalorate in stampi fedeli agli originali e nel 2004 restituirla libera da ruggine e corrosione, protetta da moderni trattamenti. Laghetto “Camminare è perfetto per raccogliere idee” dice invitante, Matthew Jebb. Aperti ogni giorno tranne Natale, gratuiti, frequentatissimi da tutte le età, i Giardini di Dublino sono oggi un luogo per condividere saperi, svago e passion i: dove nutrire l'inesauribile curiosità sull'ambiente che ci circonda o tentare la riffa delle piante, lasciarsi sorprendere, e magari scoprirsi attratti, dalle frontiere inesplorate della biodiversità. Accostandosi alla vitalità della natura nelle sue forme più semplici o attraverso le culture materiali del passato, narrano la complessità delle sue funzioni nei territori. Spingono a interrogarsi sui cambiamenti climatici in atto e i paesaggi di domani. Offrono soprattutto un nuovo modo di rapportarsi ai suoi mutevoli assetti, nel rispetto per cicli alla cui sorte siamo indissolubilmente legati. IN EVIDENZA Donne Botaniche Irlandesi Ellen Hutchins (1785–1815) Oltre 200 anni fa, sulle coste del West Cork, una giovane donna raccoglieva, studiava e identificava avidamente le piante. Ellen Hutchins è stata la prima donna botanica d'Irlanda anche se un po’ dimenticata ma nel campo della botanica il suo contributo è ampiamente conosciuto e apprezzato. Nata in una famiglia poverissima a due anni rimase orfana di padre, ma grazie alle cure e all’attenzione di Mr Stokes, un eminente medico irlandese, e sua moglie che Ellen decise di dedicarsi alla botanica dividendo il suo tempo alla ricerca di piante all’aria aperta, fatto che giovò molto la sua salute precaria, e alla catalogazione delle sue scoperte, producendo parecchi disegni ad acquerello dettagliati e meticolosi. La sua capacità di trovare nuove piante e la qualità dei suoi disegni e dei suoi esemplari suscitarono l'ammirazione dei principali botanici dell'epoca e il suo lavoro fu presentato in molte pubblicazioni. Sebbene non abbia mai pubblicato con il proprio nome, fu un importante contributo alle nuove scienze vegetali in via di sviluppo della sua epoca. Nella sua vita catalogò più di mille piante tra alghe e licheni e ne scopri alcune dandogli il suo nome come Jubula hutchinsiae e Herberta hutchinsiae . Velvet horn fucus tormentosus dalla raccolta alla pubblicazione Anne Elizabeth Ball (1808–1872) A differenza della sua predecessora Ellen Hutchins, Anne nacque in una famiglia già inserita in un mondo di scienza e natura, il fratello Robert Ball era il naturalista e il padre Bob Stawell Ball un astronomo. Poco più che ventenne Anne iniziò a raccogliere e studiare le alghe marine e, pur non essendo membro delle società scientifiche dublinesi essendo donna, si affermò come algologa di successo. Tuttavia, come era consuetudine all’epoca, i suoi lavori furono pubblicati da naturalisti uomini come William Henry Harvey, un amico del fratello, che ricambiò nominando a suo nome il genere Ballia e la specie Cladophora balliana. Ball inoltre contribuì anche a fornire a William Thompson delle schede illustrate di idroidi, che furono pubblicate nel quarto volume di The Natural History of Ireland nel 1856. Le sue collezioni sono state conservate e successivamente acquistate dall’Orto Botanico di Dublino fino 1961 passarono al Natural History Museum di Londra. Un'esemplare di Ballia callitricha in un erbario Katharine Sophia Kane (1811-1886) Rimasta orfana anche lei in giovane età fu cresciuta dallo zio Matthias O'Kelly che aveva una forte attrazione verso la natura, come del resto il figlio Joseph che divenne geologo. Katherine aveva solo 22 anni all'epoca della sua prima pubblicazione The Irish Flora e, sebbene non fosse un'opera di grandi dimensioni, fu una delle prime del suo genere, lodata per la sua accuratezza. Nel 1836, l'allora venticinquenne Katherine divenne la prima donna ad essere eletta membro della Società Botanica di Edimburgo e il suo erbario è conservato presso l'University College di Cork. Nella sua vita si interessò anche alla coltivazione degli alberi, scrivendo sull'argomento per l'Irish Farmer's and Gardener's Magazine Il frontespizio del volume The Irish Flora del 1833 Matilda Knowles (1864- 1933) Matilda fu incoraggiata fin dalla tenera età da suo padre William James Knowles, anch’esso scienziato dilettante, portando lei e sua sorella alle riunioni dei Belfast Naturalist. I suoi studi la portarono ad essere considerata la fondatrice degli studi moderni sui licheni d’Irlanda. Nel1895 fu l’autrice, insieme a Derry Mary Leebody, di La flora del nord-est dell'Irlanda e tra il 1897 e il 1933 pubblicò oltre trenta articoli scientifici su un'ampia gamma di argomenti botanici. Fu durante lo studio dei licheni di Howth che scoprì come i licheni costieri crescono in sponde distinte e si distinguono per il loro colore: nero, arancione e grigio Dal 1923 ha condiviso la curatela del National Museum of Ireland Herbarium , una collezione di piante essiccate e pressate ora conservate nei all’Orto Botanico di Dublino. Si dice che il suo lavoro abbia "costituito un importante contributo di base alla botanica fungina dell'Irlanda e dell'Europa oceanica occidentale" Licheni raccolti da Matilde Knowles GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Altri orti botanici Jardin des plantes Nantes Orto botanico di Berlino Orto botanico di Madrid Orto botanico di Amsterdam Orto botanico di Napoli Orto Botanico di Zurigo e la Serra Malgascia ARC_7320 Orto botanico di Ginevra L1030823 Orto botanico di Siena