top of page

Tutti i servizi di Terrimago

158 results found with an empty search

  • Orto Botanico di Berlino | terrimago

    L'Orto Botanico di Berlino coi suoi 43 ettari 22.000 specie di piante, le sue 15 serre e il suo museo didattico è uno degli orti più grandi del mondo ed è una vera e propria istituzione botanica. GERMANIA ORTO BOTANICO DI BERLINO Il Mondo in un Giardino Fotografie Cristina Archinto Testo Carla De Agostini e Noa Terracina L ’Orto Botanico di Berlino coi suoi 43 ettari e le sue 22.000 specie di piante è una vera e propria istituzione botanica ed è uno dei più grandi al mondo. Fondato nel 1679 come luogo adibito alla coltivazione di ortaggi, si è poi spostato nel quartiere di Lichterfelde, subendo una trasformazione significativa in giardino paesaggistico tra il 1897 e il 1910 sotto la direzione di Adolf Engler il cui motto era “il mondo in un giardino”. In un terzo dell’intera area esterna dell’orto le piante sono disposte in un ordine fitogeografico, ovvero per area geografica , per cui in quest’area è come passeggiare per i diversi habitat del mondo: dai boschi alle praterie, e dalle montagne degli Stati Uniti a quelle dell’Asia. Per esempio, nei giardini rocciosi sono rappresentati gli Appalachi del versante atlantico e le montagne del Pacifico californiano. Si può poi attraversare l’altopiano anatolico e l’Himalaya, dove è riprodotta la vegetazione sia del versante occidentale caratterizzato da lunghe piogge monsoniche, sia di quello orientale con mesi ancora più umidi e differenze visibili. Per poi concludere in Giappone, dove si possono riconoscere Prunus , Magnolie, e vari tipi di foresta con ad esempio la Cryptomeria japonica e la Sophora japonica . Le zone esterne sono altrettanto interessanti, si passa per l'arboreto che raggruppa gli alberi in base alle loro relazioni naturali, il giardino che stimola l'olfatto e il tatto con piante aromatiche comuni e non , o il giardino delle piante medicinali con circa 230 tipi di piante disposte per aree di applicazione per specifiche malattie, c'è persino un piccolo giardino all’italiana, fino ad arrivare alle paludi e ai giardini acquatici con 200 piante di cui alcuni esemplari in via di estinzione. Un altro angolo molto piacevole è il roseto, molto ben tenuto, ha una notevole collezione di rose da tutto il mondo . Infine, c’è la zona delle piante erbacee, in parte protetta dal passaggio dei visitatori, con al suo interno un’ottantina di piante in via di estinzione. Ma il vero fiore all’occhiello è la grandissima Serra Tropicale, dichiarata Patrimonio dell'Umanità , che da oltre cent’anni è il simbolo del Giardino Botanico. Esempio notevole di architettura in vetro e acciaio del XIX secolo, ancora oggi è una delle serre autoportanti più imponenti e più grandi del mondo, con più di 1.400 specie di piante. Distrutta nell’autunno del 1943 durante la guerra, negli anni 60’ viene ricostruita una prima volta, ma solo grazie all’ultima ristrutturazione del 2009 con materiali tecnologici innovativi diventa una struttura completamente all’avanguardia: con forti risparmi energetici, fino punte al 70% negli impianti di climatizzazione, fondamentali nelle serre. Suddivisa in quattordici ambienti distinti tutti collegati, è da sempre un incanto per chi vi passeggia per la sovrabbondanza di piante e fiori variopinti di ogni tipo e specie: dai bambù giganti nella serra tropicale, alle felci con più di 200 anni , con la collezione di orchidee e piante carnivori nella serra delle felci. Anche le succulente, provenienti dalle regioni tropicali e subtropicali del Vecchio Mondo, hanno una loro serra , in cui dominano le specie di Euphorbia, a forma di candelabro, e di aloe con le loro grandi foglie carnose. La serra vicina invece presenta un paesaggio di succulento del Nuovo Mondo, dove risiedono soprattutto cactus cresciuti a dismisura, ma anche specie come le agavi e altre Crassulaceae . L’ultima arrivata invece è la Victoria House, dove oltre a primeggiare le famose ninfee giganti , come la Victoria Amazonica che con le sue imponenti foglie galleggianti può sopportare fino a un peso di oltre 100 kg distribuito uniformemente, si studiano anche alcune specie che secondo Frontiers Plants Biology sono in via di estinzione, come in Bolivia a causa della distruzione del loro habitat. Un altro luogo di eccellenza è il Museo Botanico aggiunto nel 1905 al complesso dell’Orto Botanico: unico nel suo genere in tutta l’Europa centrale, conserva oltre al prezioso patrimonio dello storico erbario regio e dell’erbario berlinese, gli studi focalizzati sulle interazioni tra i viventi con la chimica dei terreni, la fisica e l’idrologia. Tale impostazione è ereditata dalle ricerche di Adolf Engler, celebre per il suo approccio alla tassonomia delle piante, basato su schemi evolutivi ispirati da Charles Darwin, cui aggiunge l’importanza della distribuzione geografica: l’idea per cui le piante si adattano alle condizioni climatiche, formando delle comunità. In quegli anni presto si parlerà di biotopo, ossia di unità minime territoriali che permettono lo sviluppo di organismi viventi, piante e animali, con determinate caratteristiche fisico-chimico-climatiche; un concetto cruciale per lo sviluppo e la conoscenza di habitat, climi ambientali e dell’odierna ecologia. Per questo la visita al museo è dedicata, oltre che alla discendenza delle piante, ai tipi di vegetazione e ai loro diversi ambienti, all’influenza che l’ambiente e le condizioni climatiche esercitano sulla morfologia delle piante. L’Orto Botanico di Berlino è veramente un crocevia di conoscenze e biodiversità , un luogo di studio e ricerca, ma anche di ospitalità per chiunque voglia passeggiarvi e respirare aria da tutto il mondo. Non c’è stagione che non si distingua egregiamente per i suoi colori, profumi, o scenari, e ogni scusa è buona per passare da qui. IN EVIDENZA LA VICTORIA AMAZONICA La Victoria Amazonica è un nome che ci evoca quelle enormi foglie galleggianti su l’acqua. Ma non tutti sanno che è stata la morfologia di questa ninfea unica a ispirare la serra Crystal Palace di Kew di Londra nel 1851, realizzato in ferro e vetro. L’idea parte proprio dalla forza della foglia, le cui costole della faccia inferiore, organizzate come un sistema di contrafforti, riescono a reggere fino a 100 kg un peso distribuito uniformemente. Le foglie centriche a simmetria radiale rigide e coperte da robuste spine sono rinforzate da più nervature concentriche e flessibili distribuite in direzione opposte, caratteristica morfologica che si ripresenta nella soluzione costruttiva del Crystal Palace. Ma il fascino delle Victoria non si ferma qua, i loro enormi fiori possono raggiungere i 30 cm di diametro, e sbocciano solamente per un giorno e due notti. La prima sera, al crepuscolo, si apre un grosso bocciolo ricoperto di spine e appare un fiore bianco che grazie a una reazione termodinamica innalza la propria temperatura interna 11 gradi sopra a quella ambientale. Questo calore sprigionato e un profumo, simile all’ananas attraggono i coleotteri che all’alba, quando il fiore si richiude, vi rimangono intrappolati. Ma non essendo piante carnivori non muoiono, bensì vi trascorrono la giornata nutrendosi delle appendici floreali ricche di amido. La seconda notte il fiore cambia colore, e prende le tinte del rosa o del rosso e al tramonto libera gli insetti, che intrisi di polline vanno a fecondare un altro fiore. All’alba del secondo giorno il fiore appassisce, si richiude e si immerge, ed è lì che maturerà il frutto. Link Serra Victoria GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Info: Sito ufficiale Altri giardini botanici e vivai Orto botanico di Madrid Orto botanico di Amsterdam Orto botanico di Napoli Orto Botanico di Zurigo e la Serra Malgascia Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra Centro Botanico Moutan

  • Orto Botanico Ginevra | terrimago

    Il Giardino Botanico di Ginevra è un punto di riferimento per la botanica nel mondo. Questo orto botanico ospita oggi più di 16.000 specie di piante e avvicina i visitatori alla natura grazie ad esperienze didattiche e interattive. SVIZZERA GIARDINO BOTANICO DI GINEVRA DI LIVIA DANESE Il Giardino Botanico della città di Ginevra rappresenta un fondamentale centro di ricerca, di conservazione e di valorizzazione della botanica nel mondo. Fondato nel 1817, venne successivamente dislocato nel Parc de l’Ariana ed aperto al pubblico nel 1904. Oggi il Giardino ospita più di 16.000 specie di piante, alberi ed arbusti ripartiti perlopiù tematicamente in base al loro habitat di provenienza e accompagnati da pannelli informativi. Ad oggi una delle principali missioni del Giardino è l’accoglienza del pubblico nel contesto di un parco ricreativo. L’ingresso è libero e la presenza di aree attrezzate per lo svago ed il riposo stimola i visitatori a godersi questa oasi verde in città. Vengono frequentemente organizzate diverse iniziative per avvicinare il pubblico alla natura ed alla botanica, ad esempio nel Giardino Sensoriale dove viene incoraggiata l’esperienza interattiva e didattica con le piante presenti. Alcune aree del parco sono specialmente dedicate ai bambini e alle famiglie, come il parco giochi, l’area picnic o il piccolo zoo che si occupa anche del recupero di alcune specie animali minacciate. L’organizzazione del Giardino Botanico insomma ruota non solo attorno alla missione di studio e conservazione della flora ma anche all’impegno nel garantire ai visitatori un’esperienza a tutto tondo. Anche le tre serre aperte al pubblico sono allestite per invitare i frequentatori a fare un viaggio ideale negli ecosistemi delle diverse parti del mondo. La grande serra tropicale è composta da quattro diverse sezioni: oltre all’area centrale dedicata alle specie provenienti da ambienti caldi ed umidi come le ninfee giganti, la seconda sezione, ispirata all’ecosistema vulcanico delle Canarie, contiene prevalentemente cactacee e succulente tra grandi e scure rocce laviche. La terza serra è dedicata all’interessante famiglia delle Bromeliacee: entrando nell’ambiente si resta particolarmente colpiti dalla Tillandsia che, non avendo radici sotterranee, vive sospesa assorbendo l’umidita dall’aria. Nell’ultima sezione è infine riprodotto l’ecosistema tropicale montuoso. La serra temperata invece si distingue per la sua bellissima cupola di vetro di stile neoclassico e accoglie la flora caratteristica del clima mediterraneo proveniente da varie parti del mondo. Attraverso una scala centrale è possibile accedere ad una balconata interna da cui si gode di una splendida vista d’insieme sulla serra. Particolarmente notevole è infine l’architettura vittoriana del Giardino d’Inverno, costruito nel 1911 in vetro ed acciaio. La struttura rappresenta un’elegante testimonianza del gusto architettonico in voga nel periodo della rivoluzione industriale ed ospita oggi una suggestiva collezione di piante officinali e una sezione dedicata alle specie tropicali. GALLERY Info: Sito ufficiale Foto ©CRISTINA ARCHINTO Altri giardini botanici e vivai Giardino Botanico Nuova Gussonea Orto Botanico di Catania Orto Botanico di Ginevra Centro Botanico Moutan Orto Botanico di Palermo Roseto di Roma Chicago Batanical Garden Parco Botanico Villa Rocca

  • Terrimago Progetti

    Terrimago edition è specializzata in immagini di giardini e di case. Con le fotografie di Cristina Archinto Terrimago edition aiuta a promuovere i giardini e case attraverso la realizzazione di diversi prodotti editoriali. Servizi fotografici, cartoline, libri, merchandising e siti internet. Terrimago progetti PER IL TUO GIARDINO Terrimago è specializzata in immagine di giardini e di case. Con i servizi fotografici di Cristina Archinto Terrimago realizza prodotti editoriali ad hoc per aiutare a promuovere giardini, parchi, dimore storiche, strutture ricettive e cantine. Siti internet, libri e merchandising tutti rigorosamente raffinati e curati in ogni dettaglio per far crescere il proprio giardino al di fuori dei suoi confini naturali. siti LIBRI gadget La fotografia di giardini La fotografia di giardini è un genere di nicchia molto specifico che richiede numerose conoscenze tecniche e un amore profondo per la bellezza della natura, oltre ad una ricca preparazione in ambito botanico. Ritrarre al meglio un giardino è molto più difficile di quello che si pensa. I giardini cambiano di giorno in giorno e di ora in ora, bisogna essere in grado di cogliere il momento giusto con la luce giusta e l'inquadratura giusta per ritrarre un insieme armonico che esalterà il giardino e le sue piante. Per poter rappresentare in fotografia l’energia degli ambienti naturali è necessario saper cogliere le luci insieme alle ombre, tutti i colori presenti e le diverse forme visibili. La ricompensa al duro lavoro è la creazione di immagini intense e memorabili che racconteranno al meglio il tuo giardino per sempre. Come lavoriamo Il primo passaggio è una riunione nella quale si analizzano a fondo le esigenze del cliente . Potrebbero interessare prodotti per uso privato oppure progetti più completi come l’elaborazione di merchandising per l’avviamento di bookshop. Dopo un’attenta analisi dei dati e delle esigenze vengono studiati vari prodotti ed elaborati diversi preventivi da sottoporre al cliente. Da notare che tutti i lavori proposti saranno originali e verranno realizzati sempre a stretto contatto con il cliente. Le realizzazioni Il punto di partenza sono le fotografie di Cristina Archinto, professionista del settore da molti anni, che con la sua esperienza riesce a raccontare l'emozione e la singolarità di un giardino, di un paesaggio o di interni di case, attraverso immagini originali e uniche. Una volta realizzato il servizio fotografico, Terrimago elabora eleganti stampati di vario genere, da semplici ma pur sempre amate cartoline, a pieghevoli di diversi formati per arrivare a pubblicazioni più importanti come libri, per i quali Terrimago si avvale anche dell'aiuto di professionisti quali scrittori, giornalisti e illustratori, per raccontare nel miglior modo possibile la storia, la bellezza e la singolarità di un giardino, di un parco o di una casa ma anche di un’antica dimora oppure di una cantina con il suo vigneto. La stampa, per una resa ai massimi livelli, é realizzata per lo più in offset da professionisti del settore con macchine di ultima generazione. . Per quanto riguarda la creazione di eventuali bookshop presso i giardini, Terrimago analizza i dati relativi ai visitatori per calcolare la redemption, ovvero il rapporto fra numero di visitatori e i possibili acquisti fatti al termine della visita. Questa analisi permette di suggerire i prodotti che corrispondono al valore emotivo della visita; ogni oggetto ha la sua importanza più l’esperienza è stata forte e coinvolgente più l’acquisto vorrebbe essere mirato. Inoltre, per soddisfare al massimo i suoi clienti, Terrimago crea anche siti internet , dallo sviluppo alla messa online, usufruendo dei più innovativi site-builder per consentire una futura gestione in totale autonomia. Per qualunque informazione o richiesta non esitate a contattarci o scriverci via Live Chat Terrimago far crescere il proprio giardino al di fuori dei suoi confini naturali ULTIMI LIBRI REALIZZATI PER PRIVATI

  • Giardini e Fotografia | terrimago

    Terrimago.com il portale dei giardini e per i giardini Terrimago è una struttura nata per valorizzare e diffondere la conoscenza della natura e della botanica, promuovere giardini e la loro storia attraverso la realizzazione di progetti fotografici e pubblicazioni fruibili gratuitamente. Inoltre insegna a fotografarli. Terrimago fotografare Terrimago fotografare è una sezione di Terrimago che si sviluppa in un ambito puramente fotografico, con l'aiuto di Cristina Archinto fotografa di giardini e paesaggi da tanti anni. Qua si possono trovare i consigli fotografic i su come migliorare i propri scatti in uno specifico campo come quello dei giardini e delle piante. Iscrivetevi alla newsletter per tenervi sempre aggiornati e non perdere nessuna informazione. SCOPRI Cristina Archinto, fotografa di giardini da tanti anni, con le sue fotografie ci proietta oltre la dimensione meramente estetica, ci accompagna in un'esperienza profonda con l'ambiente, con un giardino, con la natura. I suoi racconti fotografici narrano stupore e portano a riflettere su queste bellezze, e regalano un sussulto per lo spirito, un viaggio culturale. Giochi fotografici sapienti per ricostruire la magia di un giardino, di un orto o di una pianta; la magia della natura." Mia fair newsletter

  • Parco Villa la Grange | terrimago

    Parco La Grange a Ginevra, sede di storici incontri politici, è apprezzato in tutte le stagioni, in particolare per il suo profumato giardino di rose. GINEVRA Parco Villa la Grange di LIVIA DANESE Il Parco La Grange è il più grande parco della città di Ginevra. Il giardino all’inglese del XIX secolo accoglie i visitatori ed i cittadini che apprezzano il parco in tutte le stagioni, organizzando pic nic e passeggiate nel curatissimo contesto naturale. Il Parco venne donato alla città di Ginevra nel 1917 dalla famiglia Favre, ma il territorio ha origini antichissime come testimoniano i resti archeologici che risalgono al Neolitico. La sua storia ha attraversato i secoli fino alla seconda metà del ‘700 quando la famiglia Lullin commissionò la costruzione della residenza estiva, oggi visibile nell’impianto neoclassico della villa perfettamente conservato nel tempo. Per la magnificenza e la sua importanza storica, il luogo ospita tutt’oggi importanti eventi e incontri diplomatici. La vista sul lago Lemano è inizialmente celata dall’ingresso principale ma si rivela presto in tutto il suo splendore, circondata da piante di ogni foggia e colore. Il giardino che circonda la villa è impreziosito dalla presenza di numerosi alberi monumentali, tra cui querce, cedri, faggi, castagni e platani, che spiccano nel suggestivo paesaggio lacustre, regalando uno spettacolo autunnale unico. Il loro fogliame, assumendo via via le caratteristiche colorazioni autunnali, ricopre il parco di un manto variopinto ed acceso. La principale attrazione del parco è il suo roseto che conta più di 200 varietà di specie ed è particolarmente frequentato e apprezzato a partire dalle prime calde giornate primaverili. Il profumo delle rose accompagna visitatori e appassionati lungo una bellissima ed intima passeggiata fiorita nel giardino ottagonale, recentemente restaurato. Quest’ultimo, progettato per rievocare la riservatezza di un hortus conclusus, venne realizzato alla fine della seconda guerra mondiale per offrire un ambiente colorato, variopinto e dalla connotazioni positive nel periodo dell’immediato dopo guerra. Viali alberati, specchi d’acqua, aiuole colorate e meravigliosi edifici storici compongono il Parco La Grange offrendo ai visitatori una suggestiva e amatissima oasi di verde affacciata sul lago di Ginevra. Inoltre nel Parco La Grange la biodiversità è incoraggiata da siti di riproduzione di insetti che scavano il legno e alveari di api, nonché da arbusti indigeni e prati dove le pecore pascolerebbero durante l'estate ed è gestito ecologicamente senza l'uso di prodotti chimici. GALLERY Load More Foto ©CRISTINA ARCHINTO LINK S TREE WATCHING Sito ufficiale Altri GIARDINI e PARCHI Parco del Paterno del Toscano Labirinto della Masone Villa d'Este Giardino di Kenroku-en Giardino dell'impossibile Giardino di Ninfa Villa Pizzo

  • Villa Pizzo | terrimago

    Villa Pizzo Como, CO, Italia Un workshop di fotografia di giardini e piante e in questo contesto un approfondimento su i giardini all'italiana e sulle rose. Villa Pizzo, che prospetta sul lago di Como con una lunga serie di terrazzamenti, sembra una logica prosecuzione di Villa d'Este, ma il suo territorio appare quasi intagliato nella montagna. Nelle aree più vicine agli edifici principali, il giardino si sviluppa con geometrici vialetti allungati fra aiuole, siepi potate in arte topiaria e fontane barocche, sfociando poi nel celeberrimo e lungo Viale di Cipressi che connota la villa anche dal lago. Verso Moltrasio, il giardino si fa sempre più ricco e dotato di specie arboree ad alto fusto, intersecato da un sistema di vialetti e sentieri minori, ai cui margini vi sono una grotta d'acqua, vasche, corsi d'acqua e la “Fontana di Alessandro Volta”, inserita tra le false rovine di un tempietto classico. Link 6 maggio 2023 Dalle 14 alle 19.00 Costo 110€ (100€ per gruppi di 3 persone) La prenotazione è obbligatroria e si effettua inviando una mail specificando il luogo del workshop < Back

  • Giardino della Pace | terrimago

    Jardin de la Paix un piccolo giardino aperto al pubblico nel 2003, è dedicata alle vittime dell'attentato dell'agosto dello stesso anno, che sconvolse l'ONU a Baghdad, dove perse la vita anche Sergio Vieira de Mello, un funzionario internazionale brasiliano delle Nazioni Unite GINEVRA IL GIARDINO DELLA PACE Ispirazione Impressionista Foto ©CRISTINA ARCHINTO P asseggiando per Ginevra, nella zona di Petit Saconnex, si può incappare nel Jardin de la Paix , un piccolo giardino decisamente all'altezza del suo nome. Aperto al pubblico nel 2003, è dedicato alle vittime dell'attentato dell'agosto dello stesso anno, che sconvolse l'ONU a Baghdad, dove perse la vita anche Sergio Vieira de Mello, un funzionario internazionale brasiliano delle Nazioni Unite. Al centro si trova un piccolo prato, delimitato a nord e a sud da aiuole curate minuziosamente con diverse varietà di fiori come Kniphofia, Hemerocallis, Crocosmie, Rudbeckia, Impatiens , rose e graminacee. A est invece si trova un pergolato di vite che rievoca le tende da sole di una volta e dove sono ospitate alcune panchine che permettono di sfruttare al meglio la frescura di questa stagione. Sul lato opposto si può godere di un piccolo specchio d’acqua, frequentato spesso da rane, pesci e aironi e ricoperto di ninfee. I riflessi dell'acqua, il ponticello e la flora sono di ispirazione impressionista, come le sfumature di colore dei vari fiori da tonalità fredde, vicino alla zona dell’acqua, fino ad arrivare a quelle più calde, man mano che ci si avvicina alle pareti soleggiate di fronte. La piccola serra è graziosa, con alcune piante succulenti all’entrata e piante più tropicali nella parte centrale. Inutile dire che il giardino è tenuto nei migliori dei modi ed è un piccolo gioiello dove vi regna calma e bellezza. Foto ©CRISTINA ARCHINTO Altri GIARDINI e PARCHI Villa Pergola Villa Pergola Villa Melzi Villa Melzi Parco Sigurtà Parco Sigurtà Parco Flauto Magico Parco Flauto Magico Villa Lante Villa Lante Bomarzo Parco Villa la Grange Labirinto della Masone

  • Reggiadivenaria | terrimago

    Luci invernali nei Giardini della Reggia di Venaria. Diario fotografico di una giornata invernale passata in questo meraviglioso luogo, e consigli per aspiranti fotografi. DIARIO FOTOGRAFICO Luci invernali nei Giardini della Reggia di Venaria Fotografie e testo di Cristina Archinto A ndata alla Reggia di Venaria per vedere la mostra di John Constable, mi sono ritrovata col naso schiacciato contro una finestra estasiata dalla bellezza dei suoi giardini invernali. L’assenza di sole dovuto a una coltre di nuvole dai toni bianco-grigio aumentava il suo fascino. Ripeto spesso che io mi sento più fotografa di luce che di giardini ma davanti a tante geometrie confesso che mi sono ritrovata indietro nel tempo, alla mia prima grande passione: la fotografia d’architettura. Decisa a non perdere quest’occasione mi ritrovo nel parco, due mesi dopo aver già fatto un servizio fotografico, accompagnata questa volta dalla solo macchina Leica ma di certo sufficiente per l’occasione, e soprattutto con nessun obbligo lavorativo. Presente alla situazione solo un gran freddo e nessuna anima viva. Perfetto. Inaugurati nel 2007 i Giardini di Venaria sono una buona combinazione tra un passato sei-settecento geometrico recuperato e un presente artistico con opere d’arte di Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo inserite armoniosamente nel suo paesaggio. L’intero complesso cittadino di Venaria si sviluppa in lungo, e il giardino ne segue il suo corso con la lunghissima Allea Centrale che va dalla fontana di Ercole al tempio di Diana creando nel suo insieme un’unica asse. Lungo il fianco della Citroniera e della Galleria Grande si trova il Gran Parterre dai toni di grandiosità dati dalle proporzioni, pieno di tassi cilindrici, vasi di agrumi e vere e proprie stanze con pareti, boschetti e volte vegetali lungo il perimetro con molti fiori gran parte dell’anno. Nel settecento era un’area di rappresentanza, dove passeggiare con l’ombrellini spettegolando era d’obbligo. Purtroppo nel tempo è stato anche un luogo dove la natura è stata rimpiazzata dai militari di ogni dove, durante diverse guerre. Presenti anche vari giardini, come quello delle rose, dei fiori e i Potager Royal con verdure e frutteti, ma di certo non sono un’attrazione in questa stagione. Appunti fotografici Nei giardini della Venaria chiunque ami osservare rimane sicuramente affascinato davanti alla bellezza dei viali di carpini quasi completamente spogli che invece di nascondere velano soltanto la Grande Reggia o le strutture ramificate dei maestosi alberi lungo i viali e affianco alla vasca della Peschiera che si riflettono sullo specchio d’acqua leggermente ghiacciato. Anche le betulle coi loro rami bianchi e pochissime foglioline marroni si amalgamano nella luce del paesaggio quasi fossero sete giapponesi. I lunghi viali prospettici tagliano in due il riquadro fotografico, i bossi a piramide e le siepi potate a gradoni o a semicerchi si impongono sull’immagine come arte astratta. Anche le opere dalle forme rigide di Pennone sottolineano l'aspetto geometrico del paesaggio. Forse a prima vista sembra facile fotografare questi giardini, principalmente per merito delle geometrie che raccontato facilmente lo spazio, bisogna stare attenti perché il rigore degli assi deve essere assoluto, una foto anche leggermente inclinata sarebbe una distrazione per gli occhi. Inoltre utilizzando il punto focale centrale non ci sono difficoltà, differentemente se lo si vuole variare, bisogna stare attenti agli equilibri dell’inquadratura che se stravolti rischiano di rompere l’armonia della fotografia rendendola spiacevole. I colori d’inverno e con luce uniforme tendono a mantenere tonalità simili e morbide che vanno dal beige al verde. In questo caso si è voluto dare un forte contrasto con picchi di rossi o di gialli dovuti ai rami dei sali bianchi corniolo corallo presenti nel giardino. La luce uniforme della giornata è motivo dell’assenza totale di ombre, fatto che in contesti più naturali creerebbe non poco sconforto, in questo caso si rivela vincente non solo perché si può facilmente fotografare da qualunque lato ma anche perché le forme geometriche non vengono deformate dallo scuro delle proprie ombre. Cimentarsi fotograficamente con questi giardini e in queste condizioni è magico, lo consiglio a tutti, che siano dei giardini o anche un paesaggio in pianura, in inverno o con il cielo dai colori uniformi. Un grande maestro è stato Luigi Ghirri che per chi per caso non conoscesse ancora consiglio vivamente di andare a Parma fino al 26 febbraio a vedere la sua mostra Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991 . Andateci e scopritelo. Oppure andate alla Reggia di Venaria, di certo troverete anche in altre stagioni, spunti panoramici molto stimolanti. L'importante è prima di tutto osservare, osservare e osservare ancora poi elaborare l'inquadratura e infine scattare una foto veramente vostra. GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO Link Reggia di Venaria Altri GIARDINI e PARCHI Giardini Botanici di Villa Taranto Giardini Botanici di Villa Taranto I giardini di Villa Melzi I giardini di Villa Melzi Parco giardini di Sicurtà Parco giardini di Sicurtà Gairdino di Villa Lante Villa Lante parco del Flauto Magico Parco Flauto Magico Bomarzo Parco Villa la Grange Labirinto della Masone

  • Parco Flauto Magico | terrimago

    Il Parco del Flauto Magico a Santa Margherita Ligure è un parco giochi per bambini all’interno di Villa Carmagnola. Venne ideato e realizzato nel 1998 dalla fantasia di Emanuele Luzzati, in collaborazione con gli allievi del laboratorio di scenografia del Teatro della Tosse, sulle note de Il Flauto Magico, l’ultima composizione teatrale di Mozart. LIGURIA Il Parco del Flauto Magico di Santa Margherita Ligure di Carla De Agostini Il Parco del Flauto Magico a Santa Margherita Ligure è un parco giochi per bambini all’interno di Villa Carmagnola. Venne ideato e realizzato nel 1998 dalla fantasia di Emanuele Luzzati, in collaborazione con gli allievi del laboratorio di scenografia del Teatro della Tosse, sulle note de Il Flauto Magico, l’ultima composizione teatrale di Mozart. I percorsi, le attrezzature, gli oggetti permettono ai bambini di ambientarsi nelle avventure di Tamino, principe coraggioso e un po’ “arlecchinesco”, protagonista dell’opera che, aiutato dal fedele Papageno, combatte le forze del male per liberare l’amata principessa Pamina, figlia della Regina della Notte nell’antico Egitto. Da una parte l’opera del Flauto Magico è ripercorribile sul muro di cinta, lungo 23 metri, che con dipinti su piastrelle di ceramica, racconta a tutti la storia. Dall’altra sorprendenti sagome e sculture dei personaggi, oggi rimesse a nuovo, aiutano la creatività dei bambini a inventare le proprie avventure, saltando da una parte all’altra, immerso nel verde e nei propri sogni. Chiuso per diverso tempo, il Parco ha riaperto nel 2021, per la felicità di grandi e piccini, grazie al prezioso lavoro di squadra tra diverse realtà, dall’amministrazione comunale alle varie associazioni culturali locali e non che da anni ne riconoscono il valore storico, pubblico e sociale. Emanuele Luzzati nasce a Genova nel 1921 e lì morirà nel 2007. Capace di uno stile essenziale e mai scontato, Luzzati parlerà di sé come un artigiano capace, affascinato da tutte le arti applicate che arriva alla loro realizzazione in maniera ecclettica e spesso autodidatta. Nelle interviste racconterà con semplicità che il suo modo d’intendere il lavoro è un operato all’insegna di una leggerezza libera da codici estetici. Trascorre l’infanzia a Genova ma con le leggi razziali del 1938 fugge in Svizzera, lì viene a contatto con una realtà che definirà “più vera”, quella del mondo ebraico dell’Est Europa di cui spesso ricorderà il fruttuoso scambio culturale tra persone di origini molto diverse, e a Losanna si diploma all’Ecole des Beaux Arts. Nella sua carriera ha realizzato più di quattrocento scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri, ed è stato definito come pittore, decoratore, illustratore, scenografo, ceramista, costumista, regista di film e disegnatore. Nel 1963 per Il flauto magico Luzzati avrà un lampo di genio che rivoluzionerà il concetto di scenografia per l’opera lirica e lo consacrerà al mondo internazionale: i periatti , grandi prismi girevoli costituiti da pannelli dipinti con al loro interno una persona che li sposta a tempo di musica, che creano un’atmosfera fiabesca con sfondo dinamico. Nel 1966 con il regista Giancarlo Giannini ricevono la prima nomination all’Oscar per la categoria del cortometraggio animato la Gazza ladra (1964), una seconda candidatura arriverà con Pulcinella. Il comune di Genova, con l’Accademia Artigiana della Fantasia, lo celebra aprendo a Palazzo Ducale Casa Luzzati, un luogo di mostre interamente dedicato alla sua figura, inaugurando a marzo 2022 con “Luzzati. Manifesti e grafica editoriale 1947 - 2007”. Inoltre, nasce la Lele Luzzati Foundation che accoglie la donazione delle opere da parte della Famiglia Luzzati di Israele. GALLERY Foto ©CRISTINA ARCHINTO LINK S Sito ufficiale Altri GIARDINI e PARCHI Giardino di Valeria Villa Ortensia Etna Botanic garden Parco del Paterno del Toscano Labirinto della Masone Villa d'Este Giardino di Kenroku-en Giardino dell'impossibile

  • Palme in Liguria | Terrimago

    Comparse oltre 70 milioni di anni fa, le circa 2.800 specie di palme che compongono la famiglia delle Arecaceae sono diffuse in tutti i continenti. Prediligono gli ambienti tropicali e subtropicali ma si adattano anche ai climi più temperati. LIGURIA Palme Comparse oltre 70 milioni di anni fa, le circa 2.800 specie di palme che compongono la famiglia delle Arecaceae sono diffuse in tutti i continenti. Prediligono gli ambienti tropicali e subtropicali ma si adattano anche ai climi più temperati. In Italia si considerano endemica la Chamaerops humilis, o palma nana, e rustica la Phoenix dactylifera, la cui presenza ha presto contrassegnato le città di mare per la capacità di opporsi al vento, l’indifferenza alla sabbia e alla salsedine; nella Bordighera votata al patrono Ampelio, il santo che la leggenda vuole sia stato il primo a recare in Italia i preziosi datteri, l’artigianato delle palme intrecciate per le feste religiose risale al Medioevo e l’impianto dove furono coltivate, il più settentrionale dei palmeti storici acclimatati. In Italia si considerano endemica la Chamaerops humilis, o palma nana, e rustica la Phoenix dactylifera , la cui presenza ha presto contrassegnato le città di mare per la capacità di opporsi al vento, l’indifferenza alla sabbia e alla salsedine; nella Bordighera votata al patrono Ampelio, il santo che la leggenda vuole sia stato il primo a recare in Italia i preziosi datteri, l’artigianato delle palme intrecciate per le feste religiose risale al Medioevo e legata ai riti della fertilità e della rinascita, la vasta simbologia associata alle palme non è estranea alle pratiche ancestrali di domesticazione mirate ad assicurarne i frutti. Secondo alcuni filologi, palma deriva dalla radice pan, che in sanscrito significa mano e ne identifica la tipica forma fogliare. Nell’uso latino palma ha poi generato palmo: insieme mano e misura, donde le espressioni “ricevere la palma” o “in palmo di mano” a indicare gli onori tributati ai vittoriosi. Per altri invece la radice discende dal semitico pal, da cui il toponimo Palmyra, la mitica città siriaca approdo dei carovanieri, e riecheggia il termine phoenix utilizzato dagli antichi greci per riferirsi tanto alla pianta quanto alla rossa porpora, alla fenice che risorge dalle proprie ceneri e ai fenici, il popolo che gli egizi collocavano sulle sponde del Golfo Persico: in quelle oasi da cui palme e datteri appunto provengono. Rami di palma accolgono Gesù all’ingresso di Gerusalemme, in segno di trionfo, di giustizia e di pace; nella liturgia inizieranno a confondersi con l’ulivo, come nell’uso hanno unito e ibridato le culture contadine delle opposte sponde del Mediterraneo. Alessandra Valentinelli Le palme in Liguria Foto ©CRISTINA ARCHINTO Altri AMBIENTi E BOTANICA Vie cave opuntia fiorita Opuntia Alberi Caño Cristales Palmeti Palmeti Caldara di Manziana Terra scoscesa Tevere

bottom of page