LIGURIA
Palme
Comparse oltre 70 milioni di anni fa, le circa 2.800 specie di palme che compongono la famiglia delle Arecaceae sono diffuse in tutti i continenti. Prediligono gli ambienti tropicali e subtropicali ma si adattano anche ai climi più temperati. In Italia si considerano endemica la Chamaerops humilis, o palma nana, e rustica la Phoenix dactylifera, la cui presenza ha presto contrassegnato le città di mare per la capacità di opporsi al vento, l’indifferenza alla sabbia e alla salsedine; nella Bordighera votata al patrono Ampelio, il santo che la leggenda vuole sia stato il primo a recare in Italia i preziosi datteri, l’artigianato delle palme intrecciate per le feste religiose risale al Medioevo e l’impianto dove furono coltivate, il più settentrionale dei palmeti storici acclimatati.
In Italia si considerano endemica la Chamaerops humilis, o palma nana, e rustica la Phoenix dactylifera, la cui presenza ha presto contrassegnato le città di mare per la capacità di opporsi al vento, l’indifferenza alla sabbia e alla salsedine; nella Bordighera votata al patrono Ampelio, il santo che la leggenda vuole sia stato il primo a recare in Italia i preziosi datteri, l’artigianato delle palme intrecciate per le feste religiose risale al Medioevo e legata ai riti della fertilità e della rinascita, la vasta simbologia associata alle palme non è estranea alle pratiche ancestrali di domesticazione mirate ad assicurarne i frutti. Secondo alcuni filologi, palma deriva dalla radice pan, che in sanscrito significa mano e ne identifica la tipica forma fogliare. Nell’uso latino palma ha poi generato palmo: insieme mano e misura, donde le espressioni “ricevere la palma” o “in palmo di mano” a indicare gli onori tributati ai vittoriosi. Per altri invece la radice discende dal semitico pal, da cui il toponimo Palmyra, la mitica città siriaca approdo dei carovanieri, e riecheggia il termine phoenix utilizzato dagli antichi greci per riferirsi tanto alla pianta quanto alla rossa porpora, alla fenice che risorge dalle proprie ceneri e ai fenici, il popolo che gli egizi collocavano sulle sponde del Golfo Persico: in quelle oasi da cui palme e datteri appunto provengono. Rami di palma accolgono Gesù all’ingresso di Gerusalemme, in segno di trionfo, di giustizia e di pace; nella liturgia inizieranno a confondersi con l’ulivo, come nell’uso hanno unito e ibridato le culture contadine delle opposte sponde del Mediterraneo. Alessandra Valentinelli