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LAZIO

NINFA
Una meraviglia di giardino

È grazie alla lungimiranza di Gelasio Caetani se oggi possiamo godere di un giardino all’inglese fra più belli d'Europa, nominato nel 2000, "Monumento Naturale d’Italia". Nel 1921 la famiglia Caetani restaurò alcune rovine dell’antica cittadina medioevale di Ninfa, a pochi chilometri da Cisterna di Latina. Trasformò, fra gli altri interventi, il palazzo baronale nella residenza estiva della famiglia e bonificò l'area del giardino ai piedi dei monti Lepini.

Contemporaneamente Ada Wilbraham, madre di Gelasio Caetani, esperta botanica, piantò i primi cipressi, lecci, faggi, roseti e diverse specie collezionate durante i suoi lunghi viaggi all’estero.
 
Il maggior merito però va a Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani e, in seguito, a sua figlia Lelia; dagli anni trenta, trasformarono Ninfa in uno splendido giardino all'inglese, scegliendo di valorizzarne l’aspetto naturalistico - ad eccezione delle aree in cui sono state piantate le aiuole, anche i suoli sono più o meno allo stato naturale - e assecondando lo sviluppo spontaneo della vegetazione.
 
La felice esposizione a sud del giardino protetto dai venti dai vicini monti Lepini, percorso da numerose sorgenti carsiche e attraversato dal fiume Ninfa, ha permesso l’introduzione di nuove specie comprese alcune piante tropicali come il banano, l’avocado e la gunnera manicata del Sud America.
 
Passeggiando tra i ruderi medievali si incontrano oltre un migliaio di specie diverse con molte rarità degne di rilievo tra pioppi, betulle, pini, cipressi, ciliegi, aceri giapponesi, viburni, cornioli, ceanothus, meli ornamentali, rose rampicanti, magnoglie, iris, bambu, camelie, caprifogli.
 
La scelta delle piante annuali è tesa a creare una successione costante della fioritura durante tutto l’arco dell’anno e la cura del giardino è affidata esclusivamente a tecniche naturali: macerati d’ortica, calce, propoli, equiseto oltre alla presenza nel giardino di una grande quantità di uccelli insettivori.

GALLERY

Foto ©CRISTINA ARCHINTO

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